1. LA MEMORIA, visita allo YAD VASHEM

Iniziamo il nostro percorso attraverso Israele e la Palestina partendo dalla memoria. Una memoria fondamentale da ricordare in questi periodi in cui un sentimento di antisemitismo sta tornando a presentarsi nel nostro mondo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale si è verificato uno dei genocidi più importanti della nostra storia, una pagina nera per tutti.

In questo articolo, riteniamo ampiamente dibattuto il tema della shoah, pertanto abbiamo deciso di andare direttamente oltre per parlare dell’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Israele, lo Yad Vashem.

Lessico

  • Riprendendo Treccani: Il termine ebraico shoah («tempesta devastante», dalla Bibbia, per es. Isaia 47, 11) suole indicare lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale; è vocabolo preferito a olocausto in quanto non richiama, come quest’ultimo, l’idea di un sacrificio inevitabile. Tra il 1939 e il 1945 circa 6 milioni di Ebrei vennero sistematicamente uccisi dai nazisti del Terzo Reich con l’obiettivo di creare un mondo più ‘puro’ e ‘pulito’.
  • Il nome del Memoriale, si basa su due parole: monumento e nome, rispettivamente in ebraico “Yad יד” e “Shem שם”, pronunciate da Dio nella promessa fatta a tutti i suoi servitori nel Tanakh e riportata dal profeta Isaia (יְשַׁעְיָהוּ) in Isaia 56,5 che recita: «Io darò loro, nella mia casa e tra le mie mura, un monumento (yad) e un nome (shem) più che se fossero figli e figlie; io darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato».

La storia dello Yad Vashem

Il 19 agosto 1953, con la Legge del memoriale approvata dalla Knesset, il Parlamento israeliano, venne istituito lo Yad Vashem sul versante occidentale del Monte Herzl, il monte della Memoria, o del Ricordo nei pressi di Gerusalemme. Il museo posizionato a 804 m s.l.m è gigantesco, si tratta infatti di una città in miniatura su un’area di 4 200 m2 con strutture prevalentemente sotterrane.

Lo Yad Vashem deve documentare e tramandare la storia del popolo ebraico durante la Shoah preservando la memoria di ognuna delle sei milioni di vittime, nonché ricordare e celebrare i non ebrei di diverse nazioni, i “giusti”, che rischiarono le loro vite per aiutare gli ebrei durante la Shoah, al 1° gennaio 2018 erano 26 973 persone. 

Per il suo statuto lo Yad Vashem prevede cinque principali classi meritevoli di ricordo e commemorazione:

  1. I sei milioni di Ebrei uccisi dai Nazisti e dai loro collaboratori.
  2. Le Comunità Ebraiche e le loro istituzioni che sono state fatte scomparire e distrutte.
  3. Il valore e l’eroismo dei soldati e dei combattenti partigiani.
  4. I figli e le figlie del popolo Ebraico che hanno lottato per la loro dignità umana.
  5. I “Giusti tra le nazioni” che hanno rischiato le loro vite per salvare Ebrei.

La forma del museo

L’architetto Moshe Safdie ha realizzato il nuovo museo, in cemento armato, richiamando una serie di simboli. Innanzitutto, la parte principale del museo è costituita da unastruttura prismatica triangolare che taglia la montagna da un lato all’altro, con un percorso irregolare, che si assottiglia al centro deformando la superficie e rendendo leggermente pendente il pavimento e creando una sequenza mutevole di spazi con l’illusione di scendere in profondità nella montagna. Il museo deve rappresentare una ferita nella montagna, una ferita nel cuore di Israele. Appena poi il percorso si avvicina all’uscita nord, il pavimento sembra risalire e la struttura prismatica, fino ad allora assottigliata lungo il “normale” percorso, si “riapre” nuovamente fino a raggiungere l’uscita della montagna in un panorama e una vista suggestiva della moderna Gerusalemme. L’illuminazione studiata e realizzata su intensi contrasti è un’altra peculiarità di questa parte del museo.

L’architetto ha volutamente costruito il museo con forma prismatica triangolare per sottolineare la ferita del popolo ebraico rappresentato dalla stella di Davide (composta da due triangoli) che oggi non più come prima.

Il museo ha dieci gallerie collocate lungo i due lati della struttura a prisma e che fanno riferimento alle comunità ebraiche che esistevano prima della Shoah. Queste gallerie documentano in sequenza: la presa di potere del regime nazista, la emarginazione degli ebrei nei ghetti e quindi il loro sterminio. Le esperienze personali ed i sentimenti delle vittime dell’olocausto costituiscono il fondamentale criterio espositivo del museo.

Schema delle dieci gallerie del Museo Storico dell’ Olocausto (A,B,C,D,E,F,G,H,I e J)

I memoriali

  • Sala della Memoria (Ohel Yizkor) è il principale memoriale di Yad Vashem. L’ambiente è essenziale e vuoto, come si pretende per un luogo di riflessione. Tutta l’area pavimentale è incisa con i nomi dei principali 22 campi di sterminio, di concertamento e di transito nazisti.
  • Sala dei Nomi (Hall of Names) rappresenta il memoriale del popolo ebraico. Nella sala, una grande raccolta delle brevi biografie di ogni vittima dell’Olocausto che rappresentano una sorta di “lapidi simboliche” e trovano posto nell’archivio circolare a parete, ideato per contenere 6000000 storie. L’archivio è in costante aggiornamento.
  • Memoriale dei bambini è unico nel suo genere essendo, come una simbolica grande tomba. È dedicato a tutti i bambini di ogni età, neonati inclusi, uccisi durante la Shoah. Mentre il visitatore si aggira nel Memoriale soffermandosi sulle immagini di alcune di queste vittime, gli altoparlanti diffondono di continuo nome e cognome di quei bambini, la loro età e il loro Paesi d’origine. Le luci sono candele che si riflettono in una serie di specchi in un gioco di luci che danno al visitatore l’impressione di migliaia di stelle che luccicano nel firmamento.
  • Valle delle Comunità è il memoriale più importante. È scavato nella roccia naturale della collina in cui sono incisi 5 mila nomi di comunità ebraiche esistite e poi annientate o semidistrutte dai nazisti.

I giusti tra le nazioni

Nel 1963, Yad Vashem elabora un progetto di importanza mondiale per attribuire il titolo di Giusto tra le Nazioni a quelle persone che, non essendo di religione ebraica, si siano impegnate – a rischio della propria vita, e senza ricevere né chiedere alcun vantaggio economico – per porre in salvo le vite di ebrei durante gli anni terribili della Shoah. A questo scopo è stata istituita un’apposita commissione, a capo della quale siede un giudice a riposo della corte suprema israeliana. È questa commissione a valutare caso per caso e, esaminati tutti i documenti esibiti come prova, decide se a una persona possa o meno spettare il titolo Giusto tra le Nazioni. Gli istituti di ricerca di Yad Vashem, nonostante continuino a ricercare i Giusti, sanno che un elenco completo dei non ebrei che prestarono soccorso ed aiuto agli ebrei durante la Shoah, è destinato ad essere incompleto. Gli aiuti prestati agli ebrei durante il periodo della Shoah da generosi e coraggiosi soccorritori, fu clandestino e molto pericoloso, ci furono soccorritori che sono stati scoperti e uccisi con gli ebrei che stavano proteggendo. Per onorare questi “soccorritori” sconosciuti, nel viale principale dell’intero complesso di Yad Vashem, il Viale dei Giusti, è stato eretto il “Monumento al Soccorritore Ignoto”. Gli studiosi che hanno cercato di studiare le motivazioni che spinsero i “Giusti” all’azione, hanno concluso che si tratta di un gruppo eterogeneo in cui l’unico denominatore comune è stato l’umanità. Nel prossimo articolo racconteremo una di queste meravigliose storie.

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