Il dominio cinese nel mercato delle auto elettriche

L’industria automobilistica sta vivendo una fase di trasformazione epocale, con una crescente transizione verso veicoli più ecologici ed efficienti: le auto elettriche. In questo mercato, va sottolineato come la Cina si sia mossa con risolutezza e grande lungimiranza negli ultimi quindici anni, ponendosi in testa a livello globale. L’Unione Europea riuscirà a ricavarsi uno spazio nel settore?

Ormai quotidiani, telegiornali e analisi economiche affrontano continuamente il tema della transizione ecologica nel settore dell’auto; dopo una fase iniziale di spinta e forti aiuti, l’Unione Europea sembra avere lentamente raffreddato il suo interesse sulla questione e, da qui, sorge spontaneo il dubbio sul perché di questo cambio di paradigma, visto che l’elettrico sembrava essere la via più apprezzata dai vertici di Bruxelles. Secondo diversi analisti vi sarebbero ragioni politiche legate ad un dominio pressoché totale da parte della Cina nel mercato delle batterie e, dunque, dell’auto elettrica.
Sin dal lontano 2009, infatti, il governo cinese ha adottato una serie di strategie volte a promuovere l’adozione dei veicoli elettrici. Basti pensare che nel periodo 2016 – 2022 i sussidi di Pechino verso il settore sono stati pari a 57 miliardi di dollari, contro gli appena 12 miliardi degli Stati Uniti. Verso la fine del 2023 oltre il 30% dei veicoli immatricolati nella repubblica popolare erano dotati di batterie (BEV-full electric e PHEV-plug-in hybrid). Marchi come Byd, Geely, Gac, Nio e XPeng stanno crescendo a ritmi sostenuti, controllando ormai il mercato interno (BYD ha il 35% di quota di mercato in Cina contro “appena” l’8% di Tesla) e proiettandosi sempre di più verso l’Occidente. Da inizio 2023 infatti, con un prodigioso +80%, la Cina ha superato il Giappone come maggiore esportatore di auto al mondo. Secondo un’analisi di AlixPartners la quota di mercato dei brand del dragone crescerà di circa 10 volte in Europa da qua a fine decennio fino a toccare il 15% di share.
Queste proiezioni sono destinate a confermarsi date le politiche proattive e gli investimenti strategici condotti da Pechino negli ultimi 20 anni. ll vantaggio competitivo è netto ed evidente nel settore delle materie prime necessarie alla produzione delle batterie dei veicoli elettrici. In particolare, oltre il 75% del litio estratto è lavorato e trasformato in Cina (il nuovo oro bianco, come già scritto in un altro articolo per Frammenti), lo stesso accade per il cobalto e il nichel. La vera abilità è stata quella di accaparrarsi i principali contratti minerari in Australia, Africa, Sud-America e di sviluppare la tecnologia necessaria per raffinare i materiali e assemblare le batterie. Il divario in ricerca e sviluppo derivante da questi due elementi richiederà probabilmente diversi anni prima che l’Europa riesca a colmarlo.

Share via
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: