Una portaerei di ghiaccio per la Seconda Guerra Mondiale? Il progetto Habakkuk

Il 1942 vide la Gran Bretagna impegnata nella “Battaglia dell’Atlantico”. I sottomarini U-boot tedeschi affondavano le navi di approvvigionamento degli alleati dirette dal Canada al Regno Unito, generando ingenti perdite. La protezione offerta dalla RAF (Royal Air Force) alle navi si dimostrò insufficiente in quanto rimaneva scoperta una striscia dell’Atlantico. L’unica soluzione sarebbe stata quella di costruire delle portaerei che facessero da stazioni di rifornimento, ma l’acciaio, necessario per la loro realizzazione, era un bene che scarseggiava in tempi di guerra.

Si dovette pensare a modi alternativi per aumentare la capacità di resistenza britannica. È in questo periodo che iniziò a prendere forma la visione avveniristica di Geoffrey Pyke che diede vita al cosiddetto “Progetto Habakkuk”. L’idea era quella di costruire una portaerei fatta interamente di pykrete, ovvero di ghiaccio e segatura di legno, creando in tal modo un materiale forte come il cemento, impossibile da sciogliere e da affondare oltre che di basso costo. Pyke era assessore di Lord Mountbatten, allora ammiraglio comandante delle operazioni speciali combinate britanniche oltre che consigliere del Primo Ministro Winston Churchill.

L’idea piacque tanto che fece, addirittura, credere a Churchill di aver trovato il modo di vincere la guerra. Di fatto, essa venne discussa durante la “Conferenza di Quebec” (nome in codice Quadrant), dove Lord Mountbatten, per dimostrare l’effettività del materiale davanti agli alleati, sparò un colpo di pistola sul cubo di pykrete accertandone la resistenza.

Il Progetto prevedeva la costruzione di una portaerei di 2 milioni di tonnellate, lunga 600 metri e larga 100, dotata di 26 motori elettrici; simile a un iceberg ma senza il rischio di ribaltamento e possibile da riparare semplicemente aggiungendo ulteriore pykrete. Il favore espresso dagli alleati fece sì che nell’estate del 1943, ad Alberta, in Canada, venisse costruito il prototipo di 18 metri. È qui che sorsero i primi problemi. Il ghiaccio si scioglieva e si deformava. Si pensò di dotare la portaerei di sistemi di raffreddamento ma tale misura avrebbe comportato costi molto elevati. Inoltre, le dimensioni mastodontiche avrebbero comportato difficoltà nelle manovre e la velocità massima raggiungibile sarebbe stata di soli 10 nodi (18,5 km/h).
In aggiunta, il legno necessario per la costruzione del pykrete avrebbe messo in crisi l’industria della carta. A tutto ciò bisognava sommare la quantità di manodopera utile per la costruzione e le conseguenti spese.
Per i motivi fin qui indicati, alla fine del 1943, l’alto commando britannico decise di chiedere sostegno finanziario agli Stati Uniti per portare a termine il “Progetto Habakkuk” ma Lord Mountbatten non riuscì a convincere gli americani della sua fattibilità. 

L’insieme degli inconvenienti elencati e l’insorgere di altri avvenimenti importanti in quegli anni (come il Progetto Manhattan), comportarono l’abbandono del progetto da parte del governo britannico, il quale optò per scelte più “attuabili”, come la costruzione di aerodromi nelle isole Azzorre, i quali risolvevano il problema della mancanza di stazioni di rifornimento, e l’aumento dell’autonomia dei caccia inglesi con l’adozione di serbatoi più grandi. Oggi i resti del prototipo si trovano nei fondali del lago Patricia, in Alberta, Canada.

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