Come è nata la RAI?

C’è chi non può farne a meno, chi ne ha preso le distanze, chi si lamenta, ma poi, la sera ci torna sempre. La Rai per gli italiani è l’equivalente di una famiglia. Un rapporto intimo, radicato nel tempo, che il 26 Ototbre 2022 ha festeggiato il suo 78esimo anniversario. Ma come è nata?

La Rai venne fondata il 26 ottobre del 1944, tramite il decreto legislativo n.457 emanato dal principe Umberto di Savoia su proposta del governo provvisorio del primo ministro Ivanoe Bonomi. Questo testo modificava il nome dell’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche Eiar in Radio Audizioni Italiane Rai per dare un nuovo inizio all’informazione nazionale, svincolandola dall’ideologia fascista che ne aveva marcato il passato. 

Nata nel 1927, infatti, l’Eiar era una società privata che aveva ottenuto il monopolio della comunicazione nazionale vendendo la sua indipendenza mediatica. L’Eiar aveva infatti accettato sia il controllo dei suoi contenuti da parte del ministro delle poste e delle telecomunicazioni del governo di Mussolini che l’introduzione di personale politico nel consiglio di amministrazione. I discorsi del Duce, così come gli aggiornamenti bellici, erano infatti trasmessi dall’Eiar, l’unica radio che, secondo il codice fascista, gli italiani avevano il diritto di ascoltare nelle loro case. 

Con l’armistizio dell’8 settembre del 1943, però, le sorti dell’Eiar si divisero in base alla geografia. Le sedi meridionali si distaccarono dalla propaganda fascista seguendo le linea politica degli Alleati, mentre le basi settentrionali continuarono a essere il canale di comunicazione prediletto dalla Repubblica di Salò. In questo contesto, il monopolio dell’Eiar sull’informazione si sgretolò con la fondazione delle radio dell’Italia liberata nei capoluoghi di Palermo, Bari e Napoli. In queste città, gli Alleati guidarono una programmazione distaccata dai dettami fascisti, offrendo programmi culturali e informativi su modello di quelli della BBC. 

Seppure rimasero seconde come numero di ascolti dietro l’Eiar, queste radio furono d’ispirazione per la rinascita della radio pubblica sotto il nome di Rai nel 26 ottobre 1944. Il cambio di nome non garantì certo un’immediata defascistizzazione dei contenuti, ma diede il via a una graduale modifica dell’informazione italiana e una libertà di espressione maggiore per giornalisti e speaker radiofonici antifascisti come il giovane Corrado Mantoni, passato alla storia per aver annunciato per primo “La Guerra è Finita, ripetiamo la Guerra è finita” ai microfoni Rai. 

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