Enzo Ferrari e la sua scuderia: gli anni della nascita di una leggenda automobilistica

Conosciamo tutti la Ferrari come la più famosa azienda automobilistica al mondo, oltre che per essere stata negli anni la più vincente nel mondo delle corse. Pochi sanno però come nacque questa brillante scuderia e come Enzo Ferrari diede vita al suo spettacolare brand, fatto di alta ingegneria automobilistica e unicità nella rappresentazione dello stile italiano.

Tutto nacque da un’idea scaturita durante una cena a Bologna nel 1929. Legata fin da subito alla storia dell’Alfa Romeo, la Ferrari dell’epoca si occupava di rifornire l’azienda milanese degli elementi necessari alla progettazione delle auto nel mondo delle corse. I primi soci della scuderia, oltre a Enzo Ferrari, comprendevano i fratelli Augusto e Alfredo Caniato di Ferrara e Mario Tadini. Alfredo Caniato divenne il primo presidente della scuderia, ma la società così composta non durò molto perché in breve tempo sia la famiglia Tadini che la Caniato decisero di abbandonare il progetto di evoluzione della scuderia.                                                                      

La particolarità della scuderia dell’epoca era rappresentata dal suo atto costitutivo aziendale che come ribadito più volte dal suo fondatore dava la possibilità ai piloti di essere anche soci della stessa scuderia.  Nel 1932 la Ferrari acquistò la scuderia P3 Alfa Romeo, che fino a quel momento aveva dominato sul panorama delle corse. Enzo decise di sostituirsi all’Alfa Romeo portando avanti quelli che erano gli obiettivi della sua scuderia e della casa milanese che vedeva nella Ferrari un’opportunità per mantenere viva la sua presenza indiretta nel mondo delle corse.                                                  
Tra i soci storici ricordiamo Tazio Nuvolari, Arcangeli, Campari, Varzi e molti altri, tutti grandi piloti di esperienza con un’enorme passione per le auto. Quando negli ultimi anni precedenti al secondo conflitto mondiale avvenne il divorzio tra Alfa Romeo e Ferrari, Enzo decise di fondare a Modena una nuova società chiamata “Auto Avio Costruzioni” che produsse come primo ed unico modello la 815, un’auto progettata solo in due esemplari per due giovani clienti. Ferrari non poté dare il proprio nome a quest’auto e alla nuova società costituita a causa dei patti di non concorrenza stipulati negli anni precedenti nel periodo di collaborazione come pilota e come socio con Alfa Romeo. La seconda guerra fu un periodo molto buio per la vita di Ferrari, che nonostante le sue grandi capacità progettuali in materia di auto, non poté per le allora leggi corporative portare a compimento la creazione della sua azienda automobilistica. In questi anni decise, dunque, di lavorare all’attuazione di un nuovo motore per il mondo delle corse da 12 cilindri senza compressore, sul consiglio del suo amico e pilota Raymond Sommer.

Con la conclusione del conflitto, egli poté finalmente realizzare il suo sogno di costituire un’azienda automobilistica che portasse il suo cognome, dando vita al primo esemplare ufficiale di Ferrari 12 cilindri 1500, che venne denominata con l’abbreviazione di 125 S nel 1947. Nei due anni precedenti, inoltre, la scuderia ebbe finalmente la progettazione del logo aziendale costituito dall’ormai celebre cavallino rampante, che Enzo prese dall’amico Francesco Baracca, pilota di aerei durante la prima guerra mondiale e dallo sfondo giallo canarino che rappresentava e rappresenta tutt’ora uno dei colori della città di Modena insieme al blu. La 125 s portò il 20 maggio 1947 il primo grande successo alla casa di Maranello nel gran premio di Roma, su un circuito ricavato tra i viali intorno alle Terme di Caracalla. Ferrari pose l’attenzione sul motore e sull’importanza dei materiali utilizzati nello sviluppo dei suoi prototipi, affermando più volte che quella sarebbe stata la vera chiave del successo nelle corse. Il 12 cilindri studiato durante la guerra, a parità di cilindrata, era in grado di erogare una potenza superiore in termini di cavalli rispetto ai propri rivali e questo permise alla Ferrari di diventare una delle auto più veloci in pista. Questo fu il vero vantaggio competitivo della scuderia dell’epoca, che dopo quel primo successo decise di portare la 125 S anche nel mondo della allora nascente F1, una monoposto del cavallino sotto il nome di 125 F1 nel 1948, grazie all’aiuto del suo fidato amico progettista Gioacchino Colombo. Per concludere la nascita di quella che sarebbe diventato da lì a breve una leggenda internazionale dell’automobilismo, Enzo decise di lanciare sempre nello stesso anno il primo modello stradale della scuderia con la creazione della 166 inter presentata al Salone di Torino.

Il futuro di questa scuderia lo conosciamo tutti, come la passione di tanti tifosi che ancora oggi sostengono in tutto il mondo il cavallino rampante. Rampante come la mente del suo ideatore, una persona terribilmente silenziosa e schiva che visse una vita non del tutto lieta a causa della morte del figlio Dino ma che ha dato alla vita un brand di fama mondiale.

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