“Forse sono rimasto al potere un po’ troppo”
Questa dichiarazione è stata pronunciata da Aleksandr Lukashenko nel 2020, di fronte a un gruppo
Questa dichiarazione è stata pronunciata da Aleksandr Lukashenko nel 2020, di fronte a un gruppo
In occasione della Baltic Way si attivò un’organizzazione importante. Poco o nulla venne lasciato al caso: furono utilizzate radio per trasmettere le istruzioni, mappe, megafoni, staffette motorizzate. L’atmosfera generale non era rabbiosa, bensì perlopiù di gioiosa consapevolezza. Il 23 agosto 1989 le tre repubbliche baltiche si mobilitarono per emanciparsi dal controllo dell’Unione Sovietica.
Dopo un decennio di retorica infiammata, antagonismo politico e proteste fortemente anti-europeiste, quello che era nato come un “movimento di resistenza contro la progressiva erosione dell’identità tedesca” si trova adesso ad assumere velleità di potere. AfD è una sigla che negli ultimi mesi sembra aver accentrato su di sé le attenzioni e le curiosità non solo del dibattito pubblico tedesco, ma anche degli osservatori internazionali.
La dittatura di Rafael Leonidas Trujillo Moli,a, il perejil, la Repubblica Dominicana e la minoranza haitiana. Storia di un genocidio poco conosciuto.
Il Giro d’Italia del 1954, uno degli appuntamenti sportivi più attesi dell’anno in Italia. Fausto Coppi, stella del ciclismo internazionale, una misteriosa donna, denominata “la dame en blanc”. Un’opinione pubblica non ancora matura per assorbire una situazione di adulterio che vede coinvolta una delle stelle nazional-popolari del momento. Una storia che è specchio degli Anni ’50 nel Belpaese. Raccontiamola.
“Sono stati un’inedita confraternita di artisti, teppisti e visionari […] fondata sull’happening e la burla. Maestri nella manipolazione dei media, cultori della trasformazione dell’arte da decorazione a espressione di indipendenza e gioia di vivere, i Provos hanno costantemente agito in rotta di collisione con il potere costituito”. Li descrisse così Matteo Guarnaccia in un saggio del 2001.
Ma chi furono i Provos?
Nel maggio 1968 Parigi conosceva un clima di protesta di massa. Le Rue e i Boulevard della capitale francese si trasformavano nel teatro di una crisi stratificata, strutturata su più livelli destinati a convergere nelle piazze. Contadini e intellettuali, studenti e operai, femministe e figli della borghesia, moderati ed estremisti. Una moltitudine variegata si trovava a condividere spazi e toni, riproducendo nella realtà una situazione che l’arte aveva già proiettato con “Il Quarto Stato” di Pelizza da Volpedo, oltre un secolo prima.
Presentiamo la figura di sir Arthur Harris. Probabilmente è un nome che dirà poco alla maggior parte di voi, ma è stata una figura importante della Seconda Guerra Mondiale. Partiamo dai suoi due soprannomi più conosciuti: “Harris il Bombardiere” e “Harris il Macellaio”. Eh sì, perché fu lui uno dei massimi sostenitori die bombardamenti a tappeto contro le città tedesche del terzo Reich. Da un punto di vista operativo e strategico.
E’ il luglio del 1943 e da molti mesi ormai le città tedesche principali vengono prese di mira dall’aviazione britannica, che ha elevato all’ennesima potenza la tattica degli “strategic bombing” (principalmente su spinta del comandante Arthur Harris). Amburgo, dotata di un porto rilevante affacciato sui mari del nord Europa, rappresenta un obiettivo sensibile. Nell’estate del 1943 qui prende corpo l’Operazione Gomorrah, una delle più feroci del secondo conflitto mondiale.
“Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima” – Jacques-Yves Cousteau