Le Grand Paris – sguardo alla Parigi di domani

Parigi, una delle metropoli più influenti al mondo, è il cuore della République. A differenza delle altre grandi metropoli mondiali è molto piccola, infatti, conta appena 2 milioni e 200 mila abitanti su 105 chilometri quadrati. A titolo esemplificativo Roma conta quasi 3 milioni di abitanti su un territorio di 1.285 chilometri quadrati, mentre, Londra ha 8 milioni di abitanti in 1.572 chilometri quadrati. Tuttavia, Parigi è e rimane il centro della Francia. L’Ile de France, la regione parigina, accogliendo il 18% della popolazione pur occupando soltanto il 2,2% dell’Esagono, produce il 29% del PIL nazionale e il 5% della ricchezza europea. 
Storicamente, le severe regole edilizie, che impedirono la costruzione di edifici alti oltre i 50 metri, hanno trasformato, negli anni, la città in museo. Si noti, infatti, che i pochi esperimenti di modernità urbanistica (come la Défense) si trovano nella banlieue e l’unico grattacielo cittadino (la Tour Montparnasse) è detestato da molti. Pertanto, nel 2008, il Presidente N. Sarkozy conscio dei problemi sociali che incombevano sulla città e la sua banlieue, priva di una strategia politica unitaria in materia di alloggi e trasporti, lanciò “Grand Paris”. Ritenne fondamentale una cooperazione più forte tra i comuni per preservare l’attività della capitale e il suo ruolo nella globalizzazione attraverso un nuovo assetto amministrativo e una nuova rete metropolitana automatica, il Grand Paris Express, investendo quasi 40 miliardi di euro. Nel tempo il Grand Paris Express ha cambiato sembianze ed oggi prevede la creazione di 4 linee ed il prolungamento di 2, 71 stazioni di cui 60 nuove.
Il 1° gennaio 2016 venne istituita la intercommunalité della métropole del Grand Paris formata dal comune di Parigi, da tutti i 130 comuni della petite couronne e 7 della grande couronne. La nuova entità conta circa 7 milioni di abitanti su 814 chilometri quadrati e ha competenze strategiche in materia di sviluppo economico e pianificazione territoriale, cultura e sport. 
Il progetto faraonico per rilanciare la città, tuttavia, presenta numerosi vulnera.

Innanzitutto, la Métropole è priva di una capacità decisionale unitaria, infatti, malgrado siano previste nuove competenze, molte restano in mano allo Stato (progetto del Grand Paris Express), ai Comuni, alla Regione (gestione del trasporto pubblico) ed ai Dipartimenti. In aggiunta, il bilancio non è sufficiente per attuare politiche degne di una grande città. A renderlo debole, dal punto di vista democratico è l’elezione indiretta del sindaco. Ultimo ma non ultimo, la métropole esclude le aree strategiche di Versailles (sesta città francilienne), l’hub universitario di Saclay (la “Silicon Valley” francese) e il grande aeroporto di Roissy-Charles di Gaulle. 
Quale sarà il destino del progetto? Quale aspetto avrà Parigi a cantieri finiti? Per ora non ci resta che osservare ed aspettare.

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