Angleterre. Robert CAPA.photographer on a destroyer during the ship arrivals in French beach for landings and liberation of Fance.

“Tu il fucile, io una macchina fotografica”

La rivista di fotogiornalismo inglese Picture Post, nel 1938, parlava del miglior fotoreporter di guerra del mondo: quest’uomo nacque nel 1913 a Budapest con il nome di Endre Erno Friedmann, e morì nel 1954 a Thai Binh, Vietnam, come Robert Capa. Capa è reso famoso da un suo scatto del 1936 che cattura l’esatto momento in cui un miliziano viene colpito a morte dal fuoco nemico, in un’immagine che a prima vista pare quasi eccessivamente statica, ma che, sottoposta a un più accurato studio, lascia trasparire l’essenza della guerra, il suo colore e i suoi rumori, in un insieme totalmente confusionario. Nell’arco della sua vita riuscì a catturare gli sguardi degli esuli, dei civili senza quasi più speranze e dei soldati consumati dalla guerra, perchè anche lui, fin dalla giovinezza, aveva conosciuto l’esilio, il dolore e l’ansia della fuga: nel 1931, a soli diciotto anni, è costretto ad allontanarsi dall’Ungheria fascista di Horthy a causa della sua propensione alla sinistra politica, così si trasferisce a Berlino, dove un impiego presso Dephot, una rinomata agenzia fotografica, gli apre le porte verso il mondo del fotogiornalismo. Con l’ascesa di Hitler nel ’33, deve abbandonare anche la Germania, e da lì si sposta a Vienna, ottiene un permesso per tornare nella sua città natale, e così passa a Budapest l’estate, prima di trasferirsi a Parigi. La capitale francese è il luogo che ospita la nascita dell’amore con Gerta Pohorylle, con la quale Endre instaura un fortissimo legame sia sentimentale che professionale. I due decidono insieme di cambiare i propri nomi in Robert Capa, richiestissimo fotografo americano trasferitosi in europa per ritrarre la guerra, e Gerda Taro, sua assistente: grazie a questo espediente, gli sconosciuti Endre e Gerta iniziano un’avventura sotto pseudonimi che li condurrà fino alla Guerra Civile spagnola, nella quale vedrà la morte l’amata di Robert Capa. Alla notizia della scomparsa di Gerda, il fotografo viene schiacciato dall’immenso vuoto della perdita, che non riuscirà a colmare nemmeno con le sue successive relazioni, fra cui quella con l’attrice Ingrid Bergman, intrapresa nel ’44 e durata due anni. Pochi anni dopo, nel ’47, assieme a Henri Cartier-Bresson, David Seymour, Georges Rodger e William Vandivert, fonda a Parigi quella che ad oggi è forse la più importante agenzia fotografica del mondo, la Magnum Photos Agency. Capa fotografo è lacerato dall’antonimìa fra guerra e pace: durante la sua intraprendente carriera, non solo fu testimone di cinque dei più noti conflitti mondiali, Guerra civile spagnola, Seconda guerra sino-giapponese, Seconda Guerra Mondiale, Guerra arabo-israeliana e Prima guerra d’Indocina, ma riuscì anche a catturare momenti di armonia e serenità nelle vite delle tante persone da lui incontrate nel corso degli anni. Ed è proprio con una delle sue più celebri frasi che rivela il suo sogno: “come fotografo di guerra spero di rimanere disoccupato per il resto della mia vita”.

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