C’era una volta Avedis, un alchimista armeno

Tutto inizia quattromila anni fa, in Asia minore si adora la dea della natura, Cibele, e nei suoi riti viene suonata musica utilizzando coppie di piatti in bronzo, che per assonanza con la divinità vengono chiamati cembali (kumbalom in greco, cymbalum in latino). Questi strumenti sono usati anche da egizi, assiri, greci, romani e arrivano in Cina almeno nel IV secolo d.C. Anche gli ebrei suonano piccoli cembali nei riti religiosi, come testimoniato dall’Antico Testamento. Intorno al 1600 d.C. il fabbro armeno Keropem emigra dalle coste del Mar Nero alla capitale ottomana Costantinopoli, per lavorare come capo costruttore delle caldaie del palazzo del sultano. Suo figlio Avedis I è un alchimista che studia come produrre l’oro mescolando i metalli primari. Durante i suoi esperimenti, Avedis trova il metodo per creare il bronzo B20 (80% rame e 20% stagno), una lega particolarmente sonora già usata dai cristiani per fabbricare le campane. L’alchimista di Costantinopoli incomincia a produrre piatti musicali con il consenso del sultano Osman II e prende il nome di Zilciyan, dal turco zilci (costruttore di piatti), unito al suffisso armeno “yan” che denota il nome della famiglia. In seguito il nome si trasforma in Zildjian. Secondo la leggenda, Avedis inventa una formula segreta che stabilisce la lega per la fusione dei piatti. Questa formula viene tramandata oralmente dal padre al figlio più anziano. Il bronzo prodotto da Avedis, infatti, è differente dalle altre leghe metalliche: è più resistente, è più malleabile, produce un suono potente, più leggero e più puro rispetto a quello delle campane da chiesa. Perché il sultano si occupa di piatti musicali? Perché i piatti sono uno strumento fondamentale per l’orchestra dei giannizzeri, un corpo militare alle sue dirette dipendenze. I giannizzeri in origine sono giovani cristiani, arruolati a forza fra i 6 e i 9 anni e fatti convertire all’islam. Col passare dei secoli il corpo acquisisce potere, fino a diventare una casta chiusa e corrotta. L’arrivo dei giannizzeri in battaglia è preannunciato dalla banda, che suona con lo scopo di terrorizzare l’avversario. I piatti in bronzo hanno frequenze che si muovono solo in modo direzionale, ma arrivano molto distante, il loro clangore avvisa il nemico della presenza di truppe d’élite e lo spinge più facilmente a scappare o arrendersi. Da questo deriva l’importanza della fonderia di Avedis. Nel 1623, il sultano Murad IV concede ad Avedis di lasciare il palazzo imperiale per aprire la sua fonderia di piatti nel quartiere di Samatya, nella periferia europea della capitale. Per secoli questa fabbrica continua a fornire strumenti ai giannizzeri, ma anche ad analoghe orchestre europee, come la banda militare dell’impero d’Austria, che si esibisce periodicamente per la popolazione di Vienna. Le bande militari, nate per terrorizzare il nemico, diventano piano piano delle raffinate orchestre che propongono musica a un vasto pubblico. Molti autori austriaci, vedi il Rondò à la turk di Mozart, ne rimangono influenzati. Intanto i giannizzeri si sono trasformati, diventando un elemento di ostacolo alle dinastie ottomane. Il loro acceso conservatorismo arriva al paradosso di rifiutare l’utilizzo di armi moderne e strategie militari avanzate, trascinando l’impero in una serie di catastrofiche sconfitte con le potenze europee. Dopo una rivolta, che nel 1808 costa la vita al gran visir Aldemar Mustafà Pascià, il sultano Maometto II ostacola il corpo militare, arrivando a scioglierlo nel 1826, dopo una ribellione terminata con lo sterminio dei giannizzeri nell’ippodromo di Costantinopoli. Con la popolarità delle bande militari europee i piatti turchi diventano rinomati anche all’estero e Avedis Zildjian II, nel 1851, dà un nuovo impulso alla produzione esponendo i suoi prodotti nelle principali fiere internazionali: Vienna, Parigi, Chicago e Bologna. Nel 1868, per evitare che la Zildjian si trasferisca a Parigi, il sultano Abdulaziz interviene personalmente, disponendo il pagamento dei debiti della storica fabbrica, andata in crisi per la concorrenza europea, specie quella delle fonderie toscane, che fino alla seconda guerra mondiale dominano il mercato mondiale con i piatti a imitazione turca. L’inizio del ‘900 vede profilarsi lo sterminio degli armeni in Turchia e, nel 1908, Avedis Zildjian III emigra a Boston, negli Stati Uniti. Nel 1909, Aram Zildjian, che oltre a essere un costruttore di piatti è anche attivista in organizzazioni clandestine armene, fugge in Romania e trasferisce la fabbrica a Bucarest. In seguito anche lui raggiunge Avedis III in America. In Turchia rimane un ramo secondario della famiglia, che cessa di chiamarsi Zildjian perché il governo turco abolisce i suffissi armeni nei cognomi. Nel 1928 Avedis III e Aram Zildjian iniziano a costruire piatti in America e fanno fortuna grazie all’avvento del jazz. Il loro piatti sono sempre fabbricati con la formula segreta del bronzo e non si contano i tentativi di copiarla attraverso vero e proprio spionaggio industriale. La leggenda della formula segreta si colora anche di tratti tragici e grotteschi. La mescola degli ingredienti è un processo pericoloso: nella fabbrica di Avedis avvengono sovente esplosioni e lui stesso rimane seriamente ustionato. Va ancora peggio a un suo cugino, Karekin Zildjian, che tenta di imitarlo aprendo una fonderia in Messico: una maldestra prova che termina tragicamente con lo scoppio della fabbrica e la scomparsa del cugino, i cui resti si disperdono nel bronzo fuso. L’avvento della seconda guerra mondiale cambia per sempre la situazione: gli alleati chiedono alla Avedis Zildjian di produrre una grande quantità di piatti per le bande militari e la gigantesca macchina industriale americana invade il mondo utilizzando l’antico marchio turco. Termina la guerra e arriva il rock, il mercato dei piatti si espande su tutto il pianeta. Alla fine degli anni ’60 gli Zildjian americani comprano anche l’originaria fabbrica di Istanbul, ancora in attività nel quartiere di Samatya, che viene poi chiusa nel 1977. Oggi la famiglia che ha iniziato la sua attività nel 1623 ha ancora la leadership mondiale del mercato, con due marchi diversi e concorrenti fra loro: la Zildjian negli Usa, retta dalle sorelle Craigie e Debbie Zildjian e la Sabian, in Canada, con presidente Andy Zildjian.

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