La realtà dei bambini soldato

“Riempirono il modulo e mi chiesero l’età, ma quando risposi che avevo 16 anni lui mi diede uno schiaffo e disse: “Tu ne hai 18. Rispondi 18”. Mi fece di nuovo la domanda e io affermai “Ma questa è la mia vera età”. Il Sergente mi chiese: “Perché sei entrato nell’esercito?”. Io risposi: “Contro la mia volontà. Sono stato catturato”. Allora mi disse: “Tieni la bocca chiusa”, e riempì il modulo. Volevo tornare a casa e lo domandai, ma dissero no. “Per favore”, chiesi, “fatemi almeno fare una telefonata”. Ma rifiutarono anche questo.

Questa è la testimonianza di Maung Zaw Oo (nome inventato per ragioni di sicurezza), un bambino birmano costretto ad entrare nelle milizie Tatmadaw Kyi nel 2005.
Venne reclutato con la forza per la prima volta all’età di 14 anni nel 2004. Fortunatamente riuscì a scappare, ma lo rapirono l’anno seguente.
Il caporale che lo ingaggiò ricevette circa 15 dollari, un sacco di riso e una lattina di olio da cucina da parte del battaglione che comprò Maung Zaw.
In Myanmar, ma non solo, la compravendita di minori che avviene tra le diverse milizie è una consuetudine.
Purtroppo però, intorno alla questione dei bambini soldato è presente al giorno d’oggi ancora tanta omertà.
Durante il 2018, più di 300mila minori hanno combattuto in conflitti armati in diverse parti del mondo.
Oltre al reclutamento di bambini, è aumentato il numero di ragazze coinvolte e utilizzate come schiave sessuali e non solo. In Nigeria, l’organizzazione terroristica Boko Haram (di cui abbiamo parlato nell’articolo dell’11 luglio) nei primi mesi del 2017 ha usato circa 50 bambine innocenti come bombe umane.
Spesso la povertà, la fame e le pessime condizioni di vita spingono i bambini ad arruolarsi volontariamente in gruppi di guerriglia. Quando questo non avviene di loro spontanea volontà, si compiono i rapimenti.
I bambini soldato risultano essere “ideali”: non si lamentano perché non hanno alternative, sono manipolabili e si accontentano di poco, se non di una razione quotidiana di cibo.
Data la gravità, il reclutamento di minori di 18 anni all’interno di un conflitto armato è riconosciuto come crimine penale internazionale.

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