L’Asia centrale: un crocevia geopolitico

L’Asia centrale è composta oggi da cinque repubbliche: Kirghizistan, Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Nel corso della storia questa zona ha accompagnato lo sviluppo della Via della Seta, attraverso la quale le merci dell’Impero Cinese arrivavano in Medio Oriente e in Europa. I flussi commerciali contribuirono inoltre allo scambio di idee, tecnologie e religioni. La Via della Seta ha favorito lo sviluppo in Asia centrale di fiorente città commerciali come Bukhara e Samarcanda. Successivamente conquistati dall’Impero Arabo, gli abitanti turchi della regione si convertirono all’Islam. La regione ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella geopolitica internazionale. Mackinder, padre della geopolitica moderna, scrisse che: «Chi controlla l’Est Europa comanda l’Heartland: chi controlla l’Heartland comanda l’Isola-Mondo: chi controlla l’Isola-Mondo comanda il mondo». Il cuore, cioè l’Eurasia, era occupato all’epoca principalmente dall’Impero russo. La questione era quindi di assicurarsi il controllo della regione.
Nel corso del XIX secolo, gli Imperi occidentali riuscirono a prevenire gli obiettivi espansionistici dell’Impero russo in Asia centrale, in particolar modo durante il Grande Gioco tra l’Impero britannico e russo. Dopo la sconfitta nella guerra di Crimea, l’Impero russo decise di espandere la sua influenza nei khanati in Asia centrale, e da qui, continuando verso sud, conquistare uno sbocco sull’Oceano Indiano. Naturalmente, l’espansionismo di San Pietroburgo rapidamente incontrò l’opposizione del Regno Unito. Infatti, in Asia meridionale c’erano l’India e il Pakistan, territori britannici. L’avanzare delle truppe zariste nei territori dell’Asia centrale costituiva una minaccia che doveva essere debellata. La necessità di contenere l’espansionismo russo si concretizzò nella creazione di uno stato cuscinetto tra i due imperi: l’Afghanistan.
L’Asia centrale, al crocevia del mondo turco, iraniano, russo e cinese, è in procinto di riacquistare l’importanza geopolitica del passato. Oggigiorno è fondamentale per la Russia, che lo vede come la sua zona esclusiva di influenza, e per la Cina, che vuole estendere il suo controllo alla regione. La Cina chiama l’area “Turkestan occidentale”, considerando che essa sia strettamente legata al “Turkestan orientale”, ovvero la provincia cinese dello Xinjiang. L’attuale importanza dell’Asia centrale è principalmente economica, basata sulle risorse naturali della regione. Infatti, il bacino del Mar Caspio è ricco di idrocarburi. In secondo luogo, la regione è interessante come percorso di transito, con il progetto delle nuove Vie della Seta che, attraverso il Mar Nero e il Mar Caspio, collegheranno l’Europa all’Asia. Bloccati nel cuore del continente, i paesi dell’Asia centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan, Afghanistan) sono di conseguenza soggetti all’influenza diretta dei loro vicini.
La lotta per l’influenza nella regione è spesso descritta come un nuovo Grande Gioco. Tuttavia, questo approccio ritiene che l’area sia ancora sotto l’influenza della logica coloniale, mentre dal 1991 sono nati cinque Stati sovrani. I paesi dell’Asia centrale non sono più agenti passivi alla logica internazionale, al contrario si inseriscono nella globalizzazione contemporanea. Ad esempio, il Kirghizistan e il Tagikistan sono membri dell’organizzazione mondiale del commercio (OMC), e il Kazakistan è oggigiorno il maggior produttore di uranio al mondo. Abbiamo quindi da un lato, la sovranità politica di queste giovani repubbliche e dall’altro, la competizione delle grandi potenze per stabilire la loro influenza sulla regione, considerando la necessità di investimenti stranieri di cui ha bisogno dopo la caduta dell’URSS.

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