Gli Stati Uniti & la Cina, gli scacchi & il weiqi: due visioni geo-strategiche a confronto

Stati Uniti e Cina portano avanti due visioni geo strategiche fondamentalmente diverse. Come ha illustrato bene Graham Allison in un suo contributo sulle relazioni tra i due paesi e sul rischio che possa nascervi un conflitto di grosse proporzioni, per gli strateghi cinesi la guerra è una questione essenzialmente psicologica e politica; le campagne militari sono una preoccupazione secondaria. Per il pensiero cinese, il modo in cui un avversario percepisce i fatti in gioco può essere importante tanto quanto la realtà dei fatti in sé. Per esempio, creare e sostenere l’immagine di una società talmente superiore da essere il “centro dell’universo” scoraggia i nemici dallo sfidare il dominio cinese. Anche l’ampiezza dell’economia cinese rispetto a quella di coloro che ne sono al di fuori contribuisce a sottomettere questi ultimi (per esempio attraverso l’accesso o l’esclusione dal commercio).
Erodere le capacità materiali e il morale dell’avversario, e spingerlo in un vicolo cieco dal quale non c’è via d’uscita, è molto meglio che sconfiggerlo sul campo di battaglia. Del resto questo concetto non si discosta da quello che già 2500 anni fa aveva teorizzato Sun Tzu, probabilmente il primo stratega militare di cui si abbia memoria letteraria. Diceva: “Soggiogare il nemico senza combattere rappresenta la vera vetta dell’arte militare”.
La controparte occidentale, viceversa, ha sempre attribuito storicamente un maggiore valore agli scontri decisivi, in cui risaltano gli atti di eroismo. Una rapidità nelle decisioni e nelle azioni che possa permettere una risoluzione di un problema nel minor tempo possibile.

C’ è un esempio, che spiega emblematicamente il diverso approccio al conflitto da parte delle due fazioni.
Viene portato avanti da David Lai, professore di ricerca di studi sulla sicurezza asiatica presso l’Istituto di studi strategici (SSI) dell’US Army War College (USAWC).
Egli mette a confronto il gioco degli scacchi con il suo equivalente cinese, il weiqi (spesso conosciuto come gioco del go). Negli scacchi, i giocatori cercano di dominare il centro e di conquistare l’avversario. Nel weiqi, invece, i giocatori cercano di accerchiare l’avversario. 
Mentre un maestro di scacchi riesce a prevedere cinque o sei mosse, un maestro di weiqi ne prevede venti o trenta. Prestando attenzione a ogni aspetto nel rapporto più ampio con l’avversario, lo stratega cinese evita di correre prematuramente incontro alla vittoria e mira invece a crearsi un vantaggio incrementale.
Proprio i “vantaggi incrementali” sono la chiave di lettura geopolitica dei dragoni orientali. Con il loro costante accumulo, la strategia di Pechino è quella di arrivare a un punto in cui il vantaggio diventi assoluto, garantendo una vittoria militare alla propria parte senza margini di errore.

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