Un bambino piange mentre chiede il cibo distribuito da una ONG al campo profughi di Balukali - Cox's Bazar, Bangladesh, 18 settembre 2017 (Kevin Frayer/Getty Images)

I Rohingya

Una donna esausta sulle sue borse, dopo essere scappata dal Myanmar – Cox’s Bazar, Bangladesh, 25 settembre 2017 (immagine scattata da Kevin Frayer)

Le immagini che vi mostriamo sono brutali e potenti, ma vi invitiamo a guardarle con attenzione perchè sono necessarie per comprendere appieno quello che sta succedendo a questa etnia. Le foto sono state scattate e fanno parte di un reportage fotografico di Kevin Frayer che ha deciso di comunicare attraverso l’immagine tutto quello che sta accadendo al confine tra il Myanmar e il Bangladesh. Per capirle dobbiamo però fare un passo indietro, arrivare fino al punto della storia in cui tutto questo ha avuto inizio. I rohingya sono un gruppo etnico di religione musulmana che vive nello stato birmano del Rakhine, una regione che si affaccia sul golfo del Bengala e che confina a nord con il Bangladesh. La loro presenza in queste terre risale all’VII secolo d.c. Secondo uno studio del 2014, su quasi quattro milioni di abitanti nel Rankhine, i rohingya erano 800mila, circa il 20 per cento (la Birmania ha quasi 53 milioni di abitanti). I birmani non li hanno mai considerati connazionali, bensì cittadini del Bangladesh, con cui condividono la fede musulmana e il ceppo linguistico, e ritengono siano arrivati in Birmania durante il periodo coloniale britannico. I problemi sono cominciati con l’invasione dei birmani avvenuta tra il 1784 e il 1826 e con il successivo periodo fatto di guerre e di conflitti con l’impero britannico che ha portato alla dichiarazione di indipendenza della Birmania (oggi Myanmar) nel 1948. Già allora la minoranza non fu riconosciuta come un gruppo nazionale, mentre nel 1982 gli venne negata la cittadinanza. Da quel momento in poi i Rohingya hanno iniziato ad essere apolidi, cioè cittadini non appartenenti o riconosciuti da alcun stato. Non essendo cittadini, i rohingya che ancora vivono in quest’area sono privati dei diritti fondamentali, come la libertà di associazione e di spostamento. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) non possono essere proprietari terrieri, non possono andare a scuola o curarsi negli ospedali del paese. Nel giugno del 2012 la tensione con il resto della popolazione locale di religione buddista è esplosa dopo il verificarsi di alcuni episodi di criminalità che hanno coinvolto persone di etnia rohingya. La reazione della maggioranza buddista è stata violenta (ha causato centinaia di vittime), sproporzionata e continua ancora oggi. il viaggio che i Rohingya compiono è impervio e pericoloso, solitamente arrivano al confine di notte, in barca. Da qui le persone si spostano verso i primi centri abitati o le scuole religiose che trovano, dove ricevono cibo e qualche soldo da organizzazioni locali, prima di dirigersi a piedi e con un altro viaggio in barca verso un punto di ritrovo dove vengono registrati e, infine, mandati nei campi profughi.

Share via
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: