Bosnia-Erzegovina: un silenzio assordante

Tra le vie della Bascarsija è difficile sfuggire all’intenso odore del caffè nero misto al fumo di sigaretta.

È un aroma che descrive alla perfezione il mite stile di vita dei bosniaci. Con pazienza, tra una Malboro e un rahat, aspettano l’evoluzione della storia. Attendono una pace fattuale, e non di facciata; attendono una Democrazia giusta ed equa, anche a costo di combattere come già hanno fatto per l’indipendenza dalla Jugoslavia.

Il silenzio delle Istituzioni e dell’Occidente qui, tra le fredde gole montuose, è assordante. Non c’è metro che possa misurare la sensazione di abbandono e di solitudine che avvolge questo popolo balcanico.

Dopo il massacro guidato da Milosevic, e da tutto il suo sanguinario pasdaran, il vero colpo – quello vigliacco ed infimo – l’ha inferto l’Europa.

Quell’Europa che prima non ha difeso il popolo bosgnacco dall’invasione serba, e poi lo ha lasciato cadere nell’oblio dopo gli Accordi di Dayton.

Quest’ultimi hanno promosso un sistema governativo farraginoso, cervellotico e corrotto che già nel breve termine ha mostrato tutto il suo volto più nero.

Gli Accordi, per l’eterogenesi dei fini, hanno rimarcato ancora di più l’odio etnico; hanno prodotto presidenti, come Milorad Dodik (SNSD), che bramano – senza alcun tipo di vergogna – ad una secessione della Republika Srpska. Calpestando diritti, valori e la speranza di vivere tutti insieme, musulmani, serbi e croati, in armonia.

Allo stesso tempo, però, il popolo bosniaco non si arrende. Un esempio è il movimento popolare ‘Pravda za Davida (Giustizia per David)’, nato a seguito della misteriosa morte di un ragazzo “non allineato”, che pacificamente contesta il sistema repressivo e autoritario di Dodik stesso.

Tutto questo, però, avviene senza l’Europa. Ancora una volta, ella, fa finta di non vedere e resta in silenzio.

Un silenzio assordante che spacca i timpani. Sarajevo, insieme a tutta la Bosnia-Erzegovina, però aspetta. Tra una Malboro e caffè nero.

Qui, in fondo, un proverbio dice: “Prima che avvenga un qualcosa di positivo, serve tutta una serie di accadimenti negativi”. Ciò vuol dire – ancora – speranza.

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