Sirleaf: la prima donna capo di stato in Africa

E’ la Liberia il primo paese dell’Africa ad ospitare, dal 2006, un capo di stato donna. In carica fino al 22 Gennaio 2018, Ellen Johnson Sirleaf ha atteso 12 anni di mandato in cui ha portato avanti forti cambiamenti, sia in politica interna che estera. Punto focale della sua politica interna è stata la legge sulla libertà di informazione, la prima legislazione di questo tipo in Africa occidentale. Di rilevante importanza è stato, inoltre, il ridimensionamento del debito nazionale, ridotto da USA e dalla Germania durante il G8, proprio per le politiche macroeconomiche perseguite dalla nuova amministrazione, che è riuscita nel 2009 anche ad eliminare il debito commerciale estero. E’ stato inoltre favorito il lavoro della Commissione per la verità e la riconciliazione, che ha iniziato a lavorare con un mandato per “promuovere la pace, la sicurezza, l’unità e la riconciliazione nazionale”, indagando più di 20 anni di conflitti civili nel paese. Nonostante le buone iniziative intraprese esiste ancora un forte stallo normativo per quanto riguarda i diritti LGBT in Liberia verso i quali la presidente ha un atteggiamento ambivalente che cerca di mantenere uno status quo di “tolleranza” nei confronti degli omosessuali, senza una vera e propria attività normativa in merito. In politica estera stretto è il rapporto con la Costa d’avorio; gli USA, tradizionale alleato della Liberia e la Repubblica popolare cinese, grande contributor della ricostruzione liberiana. Durante la guerra civile libica del 2011, la presidente ha aggiunto la sua voce alla comunità internazionale che ha chiesto al precedente leader libico Muammar al-Gheddafi di cessare l’uso della violenza e delle tattiche di repressione politica. Tuttavia, ha criticato l’ intervento militare internazionale in Libia, dichiarando che “la violenza non aiuta il processo in qualsiasi modo giunga”. Sirleaf è, infiene, membro del Council of Women World Leaders , una rete internazionale di donne ed ex presidenti donne e primi ministri, la cui missione è quella di mobilitare le donne leader di livello più alto a livello globale per un’azione collettiva su questioni di importanza critica per le donne e sviluppo equo

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